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Referendum dell'8 e 9 giugno 2025 in materia di lavoro e di cittadinanza

A dieci anni esatti dal decreto n. 23/2015 (il cosiddetto “Jobs Act”), si segnalano alcune iniziative di matrice sindacale che potrebbero incidere in modo radicale sul futuro politico-economico delle relazioni industriali. La confederazione sindacale CGIL ha promosso quattro proposte di iniziativa popolare, che saranno sottoposte a referendum popolari nei giorni 8 e 9 giugno.

1) Reintegrazione in caso di licenziamento illegittimo
La prima proposta referendaria prevede, per le aziende con più di 15 dipendenti, l’obbligo di reintegrazione del lavoratore licenziato senza giusta causa. Si tratterebbe di un ritorno radicale al testo originario dello Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970), in particolare all’articolo 18. Questo stesso articolo è stato significativamente modificato dal Jobs Act, che ha previsto in tali casi un risarcimento meramente economico, limitando il reintegro solo a casi eccezionali, e solo nelle medie e grandi imprese.

2) Tutela dei lavoratori nelle piccole imprese
La seconda proposta mira a rafforzare la tutela dei lavoratori impiegati in aziende con meno di 16 dipendenti, che rappresentano una parte rilevante del tessuto produttivo italiano. Si propone l’abrogazione dell’art. 9 del Jobs Act, che prevedeva in caso di licenziamento senza giusta causa un indennizzo massimo pari a 6 mensilità (e minimo di 2,5). In caso di vittoria del referendum, il giudice di lavoro potrebbe stabilire l’indennizzo a favore del dipendente licenziato senza dover rispettare un tetto massimo, considerando criteri come l’età del lavoratore, i carichi familiari, ecc., secondo consolidata giurisprudenza.

3) Limiti ai contratti a termine
La terza proposta referendaria intende abrogare parzialmente gli articoli 19 e 21 del decreto legislativo n. 81/2015, anch’esso parte del Jobs Act. In particolare, si richiede che i contratti di lavoro a tempo determinato:
 non possano superare i 12 mesi di durata, e
 debbano fin dall’inizio indicare una causale specifica e giustificata, di tipo tecnico, organizzativo o produttivo.
Attualmente, la normativa vigente non impone l’obbligo di causale per il primo contratto a termine.

4) Responsabilità solidale negli appalti
La quarta proposta riguarda un tema ricorrente nel settore degli appalti. In tale ambito, è prassi – sulla base di normative succedutesi tra il 2008 e il 2021 – che il committente non sia solidalmente responsabile in caso di infortunio sul lavoro occorso a dipendenti dell’appaltatore o subappaltatore. Attualmente, l’INAIL copre solo una parte dei costi sanitari e previdenziali, mentre l’eventuale “danno differenziale” non è garantito se l’appaltatore è insolvente. Il referendum propone di rendere il committente responsabile in solido per l’intero risarcimento, ponendo così fine – secondo i promotori – al frequente “rimpallo di responsabilità” che mette a rischio il diritto effettivo all’indennizzo.

5) Riforma della cittadinanza
La quinta proposta non riguarda direttamente il diritto del lavoro, ma ha grande rilevanza sociale e politica. Essa mira a ridurre il periodo minimo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana, attualmente fissato a 10 anni, portandolo a 5 anni mediante abrogazione parziale della legge n. 91/1992.
In caso di approvazione, si stima che circa 2,5 milioni di stranieri attualmente residenti potrebbero acquisire la cittadinanza italiana. L’iniziativa è di matrice politica e promossa in particolare dal partito “+Europa”.

Partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa (proposta CISL)
Un’ulteriore prospettiva di riforma proviene dalla confederazione sindacale CISL, che ha elaborato una proposta di legge volta a introdurre la partecipazione dei lavoratori:
 alla gestione strategica e amministrativa dell’impresa (con funzione prevalentemente consultiva) e
 alla ripartizione degli utili aziendali.
Tale proposta mira a dare attuazione concreta all’articolo 46 della Costituzione, che prevede la possibilità della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, secondo modalità da stabilirsi per legge.

M. Ciaccia